BIO
Michele Falanga was born in 1865 in Bagnara Calabra (Reggio Calabria). His father, Giuseppe, was an officer of the Royal Navy, and his mother’s name was Vincenza Polimeni. He was a third-born, and he had three siblings: Anna, Giuseppe and Maria.
He died in Messina in 1937.
His strict education was tutored by his father, who exercised great control over his life, making Michele feel considerably distressed. Their relationship was ruined even more by said father, who squandered the entire real estate property.
He then moved with his mother to Messina, in the Santa Lucia neighborhood.
He loved studying, especially classical literature and history.
In 1892 he married Bordino Grazia di Montechiaro, with whom he moved to “via dei Monasteri” (now known as “via XXIV Maggio”).
He worked in his shop as a craftsman.
In 1908, his every day life was interrupted by one of the most tragic events ever occurred in Italy; the disastrous earthquake that hit Messina involved Michele personally, taking the lives of two of his children. He was also buried under the rubble, but he was miraculously rescued by his dear friend, Baron La Lumia Aldisio.
These events changed him forever, and a complex conception of life and destiny took root in him. His deep knowledge of the social, cultural and historical dynamics of the city pushed Michele to dedicate himself, almost spasmodically, to writing.
He thus created texts in prose, poetry and short poems, in idiolect and otherwise, focused on the customs of Messina. He was frequently asked to write articles for journals of the time, concerning incisive political and social events. Today, part of these works are kept in the Regional Library of Messina.
The outbreak of the First World War, which involved Italy in 1915, dragged Michele into war propaganda, making him participate in patriotic demonstrations and giving him a new point of view. Influenced by the authoritarian regime of the time (fascism), during the last period of his life, he devoted himself to visual arts (both as a form of historical testimony and propaganda).
Being both contemporary and co-regional with famous artists like Pippo Rizzo and Giulio D'Anna (Messina’s citizen), and by having the opportunity to visit their exhibitions dedicated to “aeropainting” (futurist art), he felt the need to experiment with sketches, drawings and pictorial works. He mostly created his pieces on "poor" supports, such as old magazines and newspapers.
Today, the Falanga heirs are devoting themselves to the task of collecting, cataloging and archiving the written and visual works of their ancestor.
Michele Falanga, in fact, has been a historical witness of the events that marked the city of Messina and the whole Italy.
La quotidianità viene interrotta da uno degli eventi più tragici del nostro Paese: il disastroso terremoto del 1908 che colpisce Messina coinvolge Michele in prima persona; sepolto sotto le macerie viene soccorso dall'amico, il barone La Lumia Aldisio. Salvo per miracolo, perde nel disastroso evento i figli Giuseppe e Samuele.
Questi accadimenti fanno sì che in lui si radichi una complessa concezione della vita e del destino. La sua cultura e la conoscenza approfondita delle dinamiche della città, sia sotto l’aspetto socio-culturale che storico, lo spingono a dedicarsi in maniera quasi spasmodica alla scrittura.Crea così testi in prosa, poesia e poemetti, in idioletto e non, incentrati principalmente sulla cultura e la tradizione messinese; viene più volte chiamato a redigere articoli su periodici dell'epoca, riguardanti incisivi avvenimenti politici e sociali. Alcuni di questi scritti sono oggi custoditi presso la Biblioteca Regionale di Messina.
Lo scoppio della prima guerra mondiale, che coinvolge l'Italia nel 1915, lo trascina nella propaganda bellica, facendolo partecipare in prima persona a manifestazioni patriottiche e donandogli nuovo dinamismo.
Influenzato dal regime autoritario dell'epoca (fascismo), in quello che risulterà poi essere l’ultimo periodo della sua vita, sente l'esigenza di comprendere financhè a cimentarsi nell’arte visiva, intesa sia come forma di testimonianza storica che propagandistica, complice anche l’assidua frequentazione di studi d’arte primi tra tutti quelli degli amici: il pittore Daniele Schmiedt e lo scultore “Tore” Calabrò.
L’essere contemporaneo e simultaneamente corregionale ad artisti del calibro di Pippo Rizzo e Giulio D’Anna (messinese d’adozione) avendo la possibilità di visitare in prima persona le loro mostre dedicate all’aeropittura, quale declinazione dell’arte futurista, lo invogliano - dagli anni ‘20 fino alla sua morte -, nell’autodidattica sperimentazione di bozzetti, disegni, progetti e opere pittoriche. Realizza le sue creazioni per lo più su supporti “poveri”, quali fogli di vecchie riviste e di giornali che divengono per lui tela bianca da riempire. Si tratta di opere fini a se stesse realizzate non a scopo commerciale o espositivo, bensì per compiacere la propria creatività e coltivare il proprio talento.
Gli eredi Falanga si prefiggono oggi il compito di raccogliere, catalogare ed archiviare le opere letterarie e visive del proprio avo, testimone storico degli avvenimenti che hanno segnato la città di Messina e l’Italia intera.